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Eolo
stelle lontane
SEGNALI DI PREGHIERA' di G.TRON
Se un critico teatrale si trovasse per la prima volta ......

Un critico teatrale si è trovato per la prima volta a vedere un Festival dedicato al teatro per i Ragazzi e per i Giovani, Segnali, svoltosi a Pavia e Vigevano dal 11 al 13 maggio 2005.

Ci ha inviato un breve scritto che volentieri pubblichiamo.

Che sogno! Una grande sala illuminata da finestre bifore poste in alto. In sala, tanti uomini e tante donne. Tutti in piedi. UN CORO. Le mani giunte e gli occhi rivolti a due uomini e una donna che dirigevano un’assemblea di oranti, –Ripetete con noi-, dicevano GLI OFFICIANTI. E il coro, ripeteva.

OFFICIANTI : Segnali di preghiera.
CORO: Segnali di preghiera

1- OFFICIANTI : A coloro che pensano di fare teatro usando la storia senza renderla spettacolo, suggerisci di rendere vero e profondo il legame tra la materia trattata e il palcoscenico, oppure di desistere. Per loro, e per noi.
CORO: suggerisci legami profondi, per loro, e per noi.

2- OFFICIANTI :A chi ha doti di comicità innata insinua che il vero sorriso è riposto nelle pieghe dell’anima e farlo filtrare richiede ricerca e fatica . L’arte comica è sintesi che non ammette scorciatoie.
CORO: Il sorriso filtra a fatica e le scorciatoie non sono la strada vera.

3- OFFICIANTI : A chi è affascinato da bellissimi racconti letterari ricorda che il teatro sfuma nell’inconsistenza se non rende visibili le radici e le scintille della sua terra di origine.
CORO: radici, teatro, scintille.

4- OFFICIANTI: A chi pensa che per rendere viva la diversità basti renderla immagine, indica una via più profonda e più vera. Il viso di uno straniero silente è un libro aperto che va sfogliato con irriverente devozione.
CORO: sfogliare il libro dello straniero silente con irriverente devozione.

5- OFFICIANTI: A chi racconta i viaggi nello spazio e nel tempo assommando incontri e narratori, rammenta che il racconto è l’arte dello stupore rarefatto, e il primo viaggio corre lungo la linea dello specchio che riflette la nostra storia. Semplice, intima, profonda.
CORO: raccontare è l’arte dello stupore rarefatto.

6- OFFICIANTI: A chi ha mani d’oro ricorda che l’artigianato è arte eccelsa e non certo minore a quella teatrale, e per questa ragione gli artigiani veri si ribellerebbero a essere chiamati teatranti. E i teatranti devono costruirselo per meritarselo, il titolo di teatranti artigiani.
CORO: lunga vita teatrale per gli artigiani teatranti.

7- OFFICIANTI: A chi pensa che il teatro sia creare atmosfere ricorda che l’ambiente in cui si presenta uno spettacolo d’atmosfera è più che una tessera nella costruzione drammaturgica, e va curato senza risparmio di energie e senza cedere a compromessi.
CORO: le atmosfere vivono solo senza compromessi.

8- OFFICIANTI: A chi diverte, commuove e merita l’applauso, adescando le orecchie degli spettatori mercanti, proponi loro di invitare a mensa l’arte della pausa dove assegnare con attenzione gli spazi del silenzio capaci di chiamare a raccolta l’intelligenza degli spettatori.
CORO: in attesa della pausa.

9- OFFICIANTI: A chi pensa di aver trovato la formula della magia alchemica del teatro, richiama alla mente che i colori alchemici sono materia viva che potrebbe ribellarsi in qualsiasi momento, se non vengono coltivati con amore e con passione. Nessuna creatura vive di vita propria.
CORO: l’alchimia è materia viva.

10- OFFICIANTI : A chi, in tempi non sospetti, era riuscito a coniugare le forme dello spazio con le forme del corpo in movimento, invitali a ripensare che le creature, per quanto vitali, non sono immortali e possono vivere solo se circondate dall’affetto dei creatori che le plasmano a propria immagine e somiglianza.
CORO: le creature non vivono di vita autonoma.

La preghiera si è interrotta quando in sala è entrato un uomo palesemente eccitato che ha preso a spogliarsi gridando –il Re, il Re. Voglio un vestito per il Re. Urlava frasi incomprensibili, il teatro ma che teatro, e dov’è la politica e basta con le preghiere, i burattini se ne sono andati. Farfugliava e si agitava. Poi si è calmato e si è lasciato prendere sottobraccio da un distinto signore con gli occhialini che se lo è portato fuori. E lì mi sono svegliato.
A Eolo, che ha valenti critici del settore, vorrei chiedere se qualcuno potrebbe essere così cortese da darmi spiegazioni sul mio sogno.
Distinti saluti.
German Tron




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